Travan: in giunta almeno il 50% di donne

L’intervento conclusivo al Visionario del candidato del centro-sinistra alla Provincia

Messaggero Veneto, 12 aprile

Metà della giunta sarà formata da donne. E’ la promessa di Diego Travan, candidato del centrosinistra alla presidenza della Provincia di Udine, a margine della chiusura elettorale tenutasi ieri pomeriggio, al Visionario.

Travan annuncia, dunque, la sua volontà di nominare «una Giunta Provinciale che esca dagli schemi ai quali ci ha abituato il centrodestra. Voglio un esecutivo - dichiara ancora - che rispetti la parità di generi, e quindi con ugual numero di assessori donne e uomini». Travan sottolinea poi che la giunta-Strassoldo di centrodestra aveva soltanto assessori uomini.

Non soltanto donne, ma anche giovani: Diego Travan sottolinea, infatti, che nella sua Giunta dà più spazio anche ai giovani. «La politica - precisa - ha bisogno di persone motivate che portino idee fresche e si impegnino nella gestione dell’ente»

per quanto riguarda la gestione dell’ente Provincia, il candidato del centrosinistra tiene a rimarcare la sua intenzione di nominare assessori «che abbiano notevoli competenze tecniche, persone che provengano da diversi mondi e che abbiano maturato capacità anche sul piano politico per dare un apporto più concreto alla guida della Provincia».

Il primo impegno della Giunta? «Sicuramente - rivela Travan - porre le basi per la soluzione del problema dei rifiuti. Qualcuno mi dovrà spiegare come mai il centrodestra, che ha gestito il Friuli in maniera rovinosa, ora deborda di proposte, e non solo per quanto riguarda i rifiuti. Lasciano una Provincia in ginocchio, e nel frattempo ragionano di come la cambieranno: perché non lo hanno fatto prima, visto che erano al governo»?

Quanto alle elezioni, Travan si dice molto ottimista. «Sento - spiega - una crescente disponibilità nei miei confronti che mi induce a pensare che l’obiettivo del ballottaggio sia pressochè raggiunto. Nei mei, nei nostri confronti, c’è una grande attenzione anche da parte di tutti i ceti produttivi moderati che non ce la fabnno più a riconoscersi in questo centrodestra».

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